L’Udinese esce con le ossa rotte dalla trasferta di Torino pur avendo dominato per un tempo intero i granata a casa loro. Eppure, come spesso è accaduto quest’anno, soprattutto dall’insediamento di Gotti sulla panchina bianconera, la supremazia territoriale non è bastata per portare a casa i tre punti.
Molto meglio rispetto ai tempi di Tudor, sia chiaro, eppure non basta. Si perché l’Udinese piatta e inconcludente di inizio stagione ha lasciato spazio ad una squadra intraprendente, che sa cosa fare in campo e lo fa anche discretamente bene. Poi però ci sono sempre i 20 metri iniziali e i 20 metri finali di campo e lì De Paul e compagni si perdono in un bicchier d’acqua. Troppe disattenzioni difensive, clamorosa quella di ieri, e poca cattiveria in attacco. Perché se contro l’Udinese i portieri avversari sono sempre i migliori, in campo vuol dire che qualcosina gli attaccanti sbagliano.
A precisa domanda: “Avete pagato il fatto di aver giocato una gara in meno rispetto al Torino?”, Gotti ha candidamente ammesso: “Non direi, abbiamo pagato il fatto che non facciamo gol”. Onesto. Sincero. E il nocciolo della questione sta tutto qui. L’Udinese non fa gol. Ma perlomeno adesso crea i presupposti per segnare. Il miglioramento, per quanto riguarda la produzione offensiva, confrontando Tudor e Gotti c’è e lo testimoniano i numeri. Con il croato in panchina la percentuale di possesso palla è rimasta invariata (47%), ma sono aumentati i tiri totali effettuati in media a partita: da 8 a 10; sono aumentate lo occasioni da gol create: da una media di 3 a partita, si è passati a 5; così come sono aumentati i corner: 6 in media ogni match con Gotti al timone, con il record toccato ieri sera di 16 calci d’angolo in 90 minuti. Meglio anche nel numero di passaggi totali nell’arco della gara. Dato che testimonia come l’Udinese adesso cerchi di costruire e dominare l’avversario, mentre prima la sensazione era che ci si limitasse ad aspettare.
Insomma, notevoli miglioramenti ci sono stati, anche perché fare peggio era impresa ardua. Adesso però giocare bene non basta più: servono i gol.