Denominata in codice “Piazze Grande” l’ultima operazione delle fiamme gialle di Pordenone ha stroncato un importante traffico di eroina sull’asse Mestre-Friuli Occidentale. 5 le ordinanze di custodia cautelare eseguite nelle ultime ore nei confronti di 4 italiani e un tunisino. Tutto è iniziato lo scorso anno con l’arresto, a Pordenone, di una giovane coppia che smerciava droga nel proprio appartamento droga a persone dell’hinterland, fra cui anche minorenni. Le successive indagini della guardia di finanza hanno portato alla luce una rete di spaccio riconducibile a quattro persone (due residenti a Pordenone, ora in carcere, e due a Cordenons, ai domiciliari con braccialetto elettronico). Avevano messo in piedi un “canale di approvvigionamento” dell’eroina tra il veneziano e la Destra Tagliamento che vedeva come fornitore un tunisino residente a Mestre, ora in carcere. Quest’ultimo, ai domiciliari per precedenti specifici, coordinava da casa la consegna dello stupefacente che avveniva per strada. Un’attività proseguita anche durante il lockdown, quando per assenza di “concorrenza”, il prezzo medio delle dosi era sensibilmente aumentato. Gli investigatori sono riusciti a ricostruire oltre 500 episodi di spaccio per un totale di 3 chili di eroina, dall’agosto dello scorso anno al mese di aprile 2020. Gli scambi, concordati al telefono con un linguaggio in codice, avvenivano nei pressi delle abitazioni degli indagati e durante il lockdown anche all’interno delle insospettabili mura di una chiesa di Mestre”. Per i pagamenti – ha spiegato il comandate delle Fiamme Gialle di Pordenone, il colonnello Stefano Commentucci – facevano ricorso a carte prepagate, giustificando gli spostamenti di denaro con attività lavorative inesistenti, per assistenza anziani o lavori domestici. Viaggiavano quini senza denaro al seguito per evitare i sequestri, occultavano lo stupefacente, oltre che nella biancheria intima, anche all’interno del loro corpo”.