Una decina di richiedenti asilo, provenienti dall’Afghanistan, entrati in Italia attraverso la rotta balcanica, sono stati rintracciati nella notte a Gonars. Da quanto si è appreso, i migranti sono giunti nella piazza del paese in tre distinti momenti: poco dopo mezzanotte, alle 2 e alle 5, trasportati da alcuni furgoni che poi sono fuggiti. In totale sono scese dai veicoli una trentina di persone, gran parte delle quali si sono dileguate in varie direzioni. I dieci cittadini entrati clandestinamente, e fermati dalla Polizia Stradale, che si sono dichiarati tutti minorenni, sono stati accompagnati alla Croce Rossa di Palmanova per essere sottoposti al tampone anti-Covid: all’esito dell’esame si deciderà in quale struttura accoglierli per trascorrere la quarantena. “Pago di tasca mia il bus e li porto sotto i portoni di Palazzo Chigi, così al Governo capiranno che l’emergenza migranti è una cosa seria” ha dichiarato stremato il sindaco di Gonars Ivan Boemo, dopo aver trascorso la notte a fare la spola, alla guida del furgoncino del comune friulano, per trasferire alcuni richiedenti asilo. “Non esiste un protocollo, non sappiamo come muoverci e non ci sono indicazioni – l’accusa del primo cittadino, che amministra la comunità a capo di una giunta sostenuta da una civica di centrodestra -: ringrazio le forze dell’ordine per il sostegno, ma alla fine il problema resta in capo ai Comuni. Stanotte sono andato a prendere il mezzo nel deposito e ho portato i migranti, a mio rischio e pericolo, nel centro dove saranno sottoposti ai tamponi. Il costo per la gestione di questi ospiti, che si sono tutti dichiarati minorenni, anche se dall’aspetto non lo dimostravano, è di almeno 80 euro al giorno. Penso che vada cambiata la strategia complessiva, altrimenti di qui a poco il Friuli Venezia Giulia sarà invaso da queste persone, visto che i rintracci sono pressoché quotidiani”. Altri nove migranti ospiti della struttura di Castellerio di Pagnacco sono fuggiti sempre nella notte e sono stati denunciati dai Carabinieri. Nel frattempo è durata l’arco di un pomeriggio l’ipotesi di trasferire parte dei richiedenti asilo in un capannone di Villa Santina in Carnia, dove un privato aveva messo a disposizione della prefettura lo stabilimento. Il sito è stato dichiarato non idonea ha spiegato il sindaco carnico Domenico Giatti.