Sono scesi sotto quota 250 i richiedenti asilo accolti all’ex caserma Cavarzerani di Udine. Continuano dunque gli alleggerimenti promessi da settimane, grazie all’azione congiunta di Comune e Prefettura. “Adiamo a svuotare l’ex caserma dal grosso delle presenze che in questi mesi hanno affollato la struttura superando di gran lunga e in maniera inaccettabile i numeri stabiliti dall’intesa Anci-Viminale sottoscritta del 2016” ha dichiarato Alessandro Ciani, Assessore alla sicurezza del Comune di Udine. “Oggi i richiedenti ospitati scendono infatti a quota 234, e siamo determinati a ridurne ulteriormente il numero nelle prossime settimane”. “Alla soddisfazione per questo risultato – prosegue Ciani -, per il quale voglio ringraziare personalmente il Prefetto Angelo Ciuni, resta tuttavia il rammarico per il fatto che, anche di fronte ad un tema che non dovrebbe prevedere contrapposizioni politiche, e mi riferisco alla salute delle persone, ci sia stato chi è riuscito a fare comunque polemica contestando irresponsabilmente la decisione, che rivendico con forza e con orgoglio, di mettere in quarantena i richiedenti, alcuni dei quali erano risultati positivi al Covid. In molti casi si tratta delle stesse persone ed esponenti politici che in questi giorni hanno denunciato il sovraffollamento della Cavarzerani dimenticandosi di rivolgersi al Governo, di cui il loro partito fa parte, e facendo finta di non ricordare che, solo qualche anno fa, quando la città era amministrata dalla sinistra, le presenze alla Cavarzerani avevano superato quota mille”. “Domani – aggiunge il sindaco Fontanini – cercherò di far capire al Ministro dell’Interno Lamorgese che, per evitare che la situazione torni al punto di partenza, è necessario che la nostra città e l’intero Friuli siano presidiati in maniera costante bloccando i flussi migratori provenienti dalla rotta balcanica direttamente ai confini di Stato ed evitando in questo modo che siano poi i Comuni a sobbarcarsi i costi per l’accoglienza di migranti economici e improbabili minorenni dai capelli brizzolati e che la salute delle persone sia messa in pericolo da un ritorno dei contagi”.