250 indagati, un prodotto il methiocarb, usato per conciare il mais, accusato di uccidere le api, al centro della vicenda, proteste e trattori in piazza per difendere i diritti degli uni e degli altri. Era il 2018 e per la moria di api, denunciata dagli apicoltori, la Procura di Udine aveva aperto un fascicolo. Adesso arriva la richiesta di archiviazione.
Secondo la nota redatta dal Procuratore Generale De Nicolo, firmata insieme alle titolari dell’inchiesta Del Tedesco e Danelon, l’indagine era doverosa ma per onestà intellettuale e per rispetto delle procedure penali non si può andare a giudizio. Così la procura ha inoltrato sette richieste di archiviazione.
L’attività – si legge – ha avuto il merito di ave riacceso il faro sul massiccio uso in agricoltura di semi conciate con il fitofarmaco methiocarb, dannoso non solo per le api ma anche per l’uomo. La pericolosità del prodotto è stata certificata anche dai competenti organismi dell’Unione Europea i quali ne hanno successivamente vietato l’uso.
La Procura – continua De Nicolò – ha coerentemente proseguito l’attività investigativa nel doveroso tentativo di colmare le carenze evidenziate dal giudici del riesame. Un’investigazione non facile sia perché l’ipotesi di reato era stata introdotta da poco nell’ordinamento e costruita dal legislatore con una terminologia di non facile decifrazione, sia perché l’indagine aveva preso il via a semine già effettuate e quindi il lavoro di indagine era stato effettuato a posteriori. Una serie di motivazioni che hanno portato la Procura a ritenere di non avere elementi sufficienti per affrontare il dibattimento. Gli indagati quindi, cessato il filone penale, dovranno affrontare le sanzioni amministrative, soprattutto, si legge, per chi ha percepito finanziamenti dalla politica agricola europea.