Lasciare ai sindaci – con il supporto delle Regioni – la scelta sugli orari di apertura e chiusura di bar ristoranti. Per Il sindaco di Udine Pietro Fontanini doveva essere questa la soluzione intrapresa dal governo Conte e non l’ennesimo dpcm imposto dall’alto. Il Coronavirus – prosegue il primo cittadino – non colpisce allo stesso modo le regioni e le città italiane. Il Governo continua a ripetere gli stessi errori fatti durante la prima ondata dell’epidemia. Decretare la chiusura dei ristoranti alle 18, vuol dire minare la redditività della maggioranza dei nostri ristoratori, che sono fondamentali alla creazione del PIL del nostro Paese.
A fargli eco è il presidente di Confcommercio Fvg Giovanni Da Pozzo preoccupato per una crisi che definisce senza ritorno. A rischio migliaia di pubblici esercizi e della ristorazione, situazioni in cui, con il rispetto delle regole il contagio non si è diffuso, è una soluzione che non tiene conto della realtà. La diffusione del virus si è infatti manifestata con la riapertura delle scuole e la non regolarizzazione dei trasporti – – conclude Da Pozzo .
Per Marco Zoratti, vice presidente di Confesercenti Fvg il nuovo Dpcm si accanisce contro una categoria che ha già abbondantemente pagato il dazio di un lockdown durato ben tre mesi e solleva dubbi anche sui sostegni promessi alle attività più colpite: Sappiamo che c’è differenza tra promesse e reali interventi. Lo abbiamo già sperimentato nei mesi scorsi”. A replicare al governatore Fedriga sono i parlamentari e i consiglieri regionali del MoVimento 5 Stelle del Friuli Venezia Giulia che parlano di una apertura al confronto tra le Regioni ed il Presidente Conte come sempre prima di ogni DPCM, ricordando che ad ogni chiusura seguiranno misure immediate di sostegno di tutte le attività produttive che per decreto devono rimanere chiuse. Cristiano Shaurli, segretario del Pd Fvg – definisce insopportabili e inutili i rimpalli fra Regioni e Governo dichiarando come l’obiettivo delle nuove restrizioni sia quello di rimanere la sera a casa per evitare nuovamente la chiusura di scuole e fabbriche.
