E’ un’Udinese cresciuta, probabilmente, in maniera definitiva. O se non proprio definitiva, poco ci manca. Sì perché questa è un’Udinese matura e l’ha dimostrato anche ieri sera battendo per 2-0 il Sassuolo grazie alle reti di Fernando Llorente, al primo gol in bianconero e del Tucu Pereyra, al terzo centro stagionale, su assist del gemello De Paul.
Un’Udinese che adesso sembra davvero diventata quella squadra che società e ambiente speravano potesse essere fin dall’inizio e che dall’inizio invece, per errori e sfortuna, non è stata. Della forza di questo gruppo se n’è parlato tanto: ci credevano gli addetti ai lavori, ci credeva il club, ci credevano i tifosi: in poche parole tutti tranne i giocatori stessi che ci hanno messo un po’ di tempo per capire il loro effettivo potenziale. Come ha detto De Paul, adesso è cambiata la mentalità. Adesso l’Udinese è una squadra forte che può giocare a testa alta davvero contro chiunque come hanno dimostrato le ultile gare.
E quella contro il Sassuolo era a tutti gli effetti una partita trappola. Sia perché la squadra di De Zerbi è forte e gioca bene, sia perché non era facile rialzarsi e confermarsi dopo il tragico, sportivamente parlando, epilogo di San Siro.
E a San Siro era stato protagonista in negativo Larsen, con quella sciocchezza che aveva portato al rigore in extremis trasformato da Kessie per il definitivo 1-1. Ebbene, ieri il danese ha giocato un grande match, con grinta e determinazione: si è visto che aveva voglia di riscatto. Lui come Llorente che non segnava da una vita e si è tolto un peso enorme con la decisiva zampata che ha sbloccato la gara e bucato Consigli che poco prima gliene aveva negato un altro con una super parata. Da sottolineare anche la prova di De Maio, perfetto al rientro tra i titolari dopo tanto tempo e dopo un periodo per lui molto difficile.
Insomma, adesso è una squadra completa dal primo all’ultimo elemento e le sensazioni anche per le prossime gare sono positive. A cominciare da quella contro il Genoa in programma il prossimo sabato sera. Ma è presto per pensarci, adesso ci si può godere, ancora per un giorno, la grande vittoria di ieri.