Due mozioni diverse, lo stesso obiettivo: verificare la possibilità di rimuovere dall’incarico il consigliere comunale di Trieste Fabio Tuiach, a causa dei suoi commenti pubblici di natura discriminatoria a proposito di un grave episodio di violenza, ed esprimere solidarietà alla vittima dell’aggressione avvenuta a febbraio a Rupingrande.
L’iniziativa politica di Pd e Movimento Cinque Stelle ha incontrato oggi il favore di tutto il Consiglio regionale che ha approvato in modo compatto – a scrutinio segreto, come imponeva il riferimento esplicito a nome e cognome di una persona – i testi proposti.
La convergenza politica rischia però di non tradursi in atti concreti perché, come ha spiegato l’assessore Pierpaolo Roberti, in base a una prima ricognizione tecnica non risultano praticabili le sanzioni richieste nei confronti del rappresentante istituzionale triestino.
L’ampia discussione ha trovato comunque tutti d’accordo sulla necessità di dissociarsi in modo chiaro e netto da “esternazioni contrarie ai valori della Costituzione”, come le ha definito Roberto Cosolini, primo firmatario della mozione Pd. Mentre Cristian Sergo, capogruppo e primo firmatario del testo M5S, ha osservato che “quando si viene eletti, si diventa rappresentanti di tutti i cittadini, non solo di chi ci ha votato”.
Dure le parole di condanna pronunciate da Alessandro Basso (Fratelli d’Italia): “Voterò convintamente a favore della mozione. Dobbiamo essere credibili come classe politica: dentro le istituzioni non ci si può permettere di dire quel che si vuole”. Concetti condivisi da Francesco Russo (Pd): “Ringrazio Basso: l’atto che stiamo compiendo va proprio nella direzione di ribadire la sacralità delle istituzioni”.
Mauro Capozzella (M5S) ha allargato il tiro sottolineando che “il compito dei partiti è anche quello di filtrare la classe politica” dopo che Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia, aveva osservato che “il consigliere di cui stiamo parlando era stato comunque inserito nelle liste elettorali,
anche se si era già distinto per atteggiamenti di quel tipo, e su questo dobbiamo riflettere”. Furio Honsell, nell’aggiungere la sua firma alle mozioni, a questo proposito si è rammaricato del fatto che “qualcuno pensi che l’odio paga. E a volte purtroppo davvero paga, visto che questo consigliere è stato eletto”.
Antonio Lippolis (Lega) ha parlato di “affermazioni farneticanti” e di “manie di protagonismo” di Tuiach, precisando che non avrebbe partecipato al voto solo perché le mozioni riportano esplicitamente un nome e un cognome, mentre il collega di partito Danilo Slokar, nel ribadire la sua contrarietà all’omofobia e il voto a favore delle mozioni, ha ricordato che “l’aggressione avvenne perché la vittima cercava di dividere due litiganti ubriachi, e non per omofobia”.
Un distinguo di questo genere è arrivato anche dall’assessore Pierpaolo Roberti, nel suo intervento alla fine del dibattito. Dopo aver ribadito “che le mozioni sono scritte bene e, come già sanno i proponenti, la Giunta le condivide”, Roberti si è rammaricato del fatto “che qualcuno cerchi di strumentalizzare
parlando di aggressione di carattere omofobo, mentre nel testo correttamente non se ne parla”. L’assessore si riferiva all’intervento di Roberto Cosolini, primo firmatario della mozione del Pd, che nella replica finale gli ha ribadito la sua convinzione: “La vittima dell’aggressione è nota per il suo impegno nella comunità Lgbt, e io credo che nell’accanimento su di lui possa esserci stata anche quella componente”.
Roberti ha risposto in modo indiretto anche alle considerazioni di Moretuzzo sulla selezione del personale politico: “A ridosso della candidatura, c’erano persone di opposta fede politica che parlavano bene di Tuiach. E noi comunque abbiamo preso le distanze da lui da tempo: quella persona è stata allontanata dalla Lega nel 2017, e per molto meno”.
L’assessore ha infine riassunto la relazione già svolta dai suoi uffici sui possibili provvedimenti di sospensione, riportando alcuni esempi degli ultimi anni e sottolineando che non esistono in giurisprudenza casi di sanzioni di questo genere per reati di opinione. La conclusione è che appare molto difficile “sospendere un amministratore prima che ci sia una condanna da parte della magistratura”.
Cosolini (Pd): “Da Cr censura, ora si valuti rimozione”
“Accanto alla solidarietà per le persone vittime di violenza omofoba, oggi finalmente il Consiglio
regionale ha condiviso la censura delle ripetute dichiarazioni discriminatorie e omofobe del consigliere comunale Fabio Tuiach, per il quale con una mozione abbiamo chiesto alla Giunta Fedriga di accertare se ci sono le condizioni per rimuoverlo dal suo incarico”.
Così Roberto Cosolini, primo firmatario della mozione del Pd presentata per verificare, appunto, la possibilità di rimuovere il consigliere Tuiach dalla sua carica pubblica, votata dall’Aula insieme alla mozione dello stesso tenore presentata dal Gruppo del M5S.
“Un rappresentante delle istituzioni è tenuto alla misura nell’espressione delle proprie idee, nel senso che queste non possono ferire i diritti fondamentali delle persone – spiega Cosolini nella sua nora -. Invece, ci siamo trovati difronte a riprovevoli dichiarazioni esternate attraverso i social: dall’apologia del nazismo nel giorno della memoria, ai beceri attacchi omofobici a seguito di un episodio di grave violenza contro un ragazzo, esponente della comunità Lesbica, Gay, Bisessuale e Transgender (Lgbt)”.
“Crediamo che in un sistema democratico come il nostro, debba necessariamente esserci un freno e un limite a certe dichiarazioni – chiosa il dem -, che non fanno parte della libertà di opinione, ma incitano a odio, violenza e intolleranza”.
M5S: “Mozione segnale di condanna politica”
“Al di là delle valutazioni della Giunta regionale, rimane la condanna politica alle gravi affermazioni del consigliere comunale Fabio Tuiach”. È il commento del Movimento 5 Stelle in Consiglio regionale, dopo
il voto unanime dell’Aula alle due mozioni, una del M5S e l’altra del PD, che chiedevano la verifica della sussistenza di possibili cause di sospensione e rimozione del triestino Tuiach.
“Un segnale forte di condanna di fronte ad alcuni atteggiamenti inaccettabili. L’espressione del pensiero è un diritto – aggiungono i consiglieri M5S -, ma di fronte all’abuso qualcuno deve intervenire. Nella sua relazione, l’assessore regionale alle Autonomie locali, Pierpaolo Roberti, ha affermato che la Giunta non può agire in quanto non c’è giurisprudenza. Eppure i precedenti si creano: la legge prevede la possibilità di sospendere e rimuovere un rappresentante delle istituzioni anche ‘per gravi motivi di ordine pubblico’ e su questo presupposto ci siamo mossi, presentando la mozione”.
“Nel documento si rimarca anche la solidarietà a tutte le persone che si sono ritenute offese dalle parole di Tuiach, che peraltro si è reso protagonista di certe dichiarazioni anche nei giorni scorsi – conclude la nota del Movimento -. Una doverosa presa di posizione per marcare la differenza tra chi rispetta le istituzioni e chi, invece, utilizza la propria posizione per lanciare messaggi che nulla hanno a che vedere con il ruolo che ricopre”.