Nella mattinata di lunedì 29 marzo, personale in abiti civili della Polizia Stradale di Pordenone si è recato presso la Motorizzazione Civile del capoluogo friulano allo scopo di verificare la regolarità delle procedure di svolgimento dell’esame di teoria per il conseguimento della patente di guida categoria B.
Dopo un periodo di osservazione discreta, l’attenzione degli agenti si è concentrata su alcune persone di colore che, scese dall’auto, si sono dirette verso gli uffici della Motorizzazione. Uno di loro è entrato negli uffici di via Interporto Centro Ingrosso al fine di sostenere la prova teorica. Il suo atteggiamento è apparso da subito eccessivamente nervoso e guardingo.
Durante le operazioni di registrazione dei candidati, il cittadino extra comunitario ha fornito false generalità. Il documento d’identità utilizzato è stato poi nuovamente esibito per il riconoscimento personale all’esaminatore dell’ufficio della Motorizzazione Civile.
La carta d’identità, rilasciata dal comune di Parma e in corso di validità, sarebbe poi risultata contraffatta ed intestata ad un cittadino nigeriano, reale beneficiario della messa in scena.
Sulla parte frontale del documento era stata applicata una pellicola trasparente, con impressa la foto corrispondente al volto di colui che esibiva il documento, perfettamente combaciante con quella originale impressa sul documento e corrispondente all’altra persona di colore. Emergendo dubbi sull’identità, gli operatori hanno accompagnato l’uomo in Questura per la sua completa identificazione, dove hanno accertato che il soggetto era cittadino della Repubblica del Togo. Avendo intuito ciò che stava succedendo gli agenti, senza perdere tempo, si sono diretti verso l’auto con la quale il gruppo aveva raggiunto la Motorizzazione e, tra gli occupanti, veniva identificato un uomo, anch’egli di colore, che dichiarava di essere privo di documenti ma che, dalle sembianze fisiche, appariva somigliante alla persona raffigurata nella foto originale impressa sul documento incriminato. Pertanto appariva opportuno accertare la reale identità anche di quest’ultimo tramite foto segnalamento che consentiva di appurare trattarsi di un cittadino nigeriano del 1973.
Entrambi gli uomini sono stati arrestati per false attestazioni a Pubblico Ufficiale sull’identità propria o altrui e per le violazioni del Testo Unico sull’immigrazione. I due sono stati condannati ad un anno di reclusione con sospensione condizionale della pena dal GIP presso il Tribunale di Pordenone.