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Cronaca

Assistenza domiciliare: “Le badanti vanno vaccinate subito”

Gallas Group è una delle aziende di vanto del Friuli Venezia Giulia nel ramo dell’assistenza domiciliare e ci tiene a dire la sua riguardo alla delicata questione vaccini. In un comunicato alla stampa l’azienda scrive: “Pur mantenendo elevata l’attenzione verso tutte le normative anti Covid, in questo momento avvertiamo un po’ meno apprensione rispetto al passato. Forse è merito della campagna vaccinale, che pur lentamente, per quanto concerne la terza età sembra aver preso la strada giusta, ma anche di una certa abitudine o assuefazione alla situazione emergenziale, con la quale, ahinoi, bisogna continuare a convivere. Oltretutto, dalla prossima settimana in Friuli Venezia Giulia ci sarà la possibilità, per le nostre assistenti domiciliari, di potersi vaccinare, e questo naturalmente garantirà ulteriore sicurezza alle famiglie.
Speriamo che il numero di persone immunizzate continui a crescere, in modo da uscire il prima
possibile da questa pandemia.
Ma c’è anche un’altra modalità per rassicurare chi ricerca una badante, ed è quella dei test rapidi,
semplici e quasi immediati, che le famiglie richiedono sempre più spesso, all’inizio del rapporto
di lavoro, per verificare la negatività al Covid di queste nuove figure professionali che entrano
nella loro vita.

Oltre al radicamento ulteriore sul territorio, Gallas Group si è espansa in questa
prima parte di 2021 soprattutto in Lombardia ed in Piemonte. Le filiali di Novara e Varese sono
partite benissimo, c’è stato un grande riscontro da parte delle famiglie e anche delle badanti sin
dai primi giorni di apertura. Siamo entusiasti di questa crescita cospicua in soli due mesi, anche
considerando il periodo molto particolare ed il fatto che queste regioni siano rimaste
costantemente in zona rossa o arancione in questi primi novanta giorni dell’anno.

Sulla gestione generale dell’emergenza pandemica, infine, Gallas Group ritiene che ad oggi non si sia fatto a sufficienza. Il piano vaccinale è ancora troppo in ritardo, le badanti andavano incluse tra le categorie a rischio fin dall’inizio, in quanto assistono persone non autosufficienti ed anziane. Ora a quanto pare si sta correndo ai ripari, meglio tardi che mai, ma bisognava pensarci prima”.

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