«L’Università di Udine perde un grande amico». Così il rettore dell’ateneo friulano, Roberto Pinton, esordisce nel ricordo del maestro organaro Gustavo Zanin, scomparso ieri notte all’età di 91 anni compiuti proprio ieri. «Gustavo Zanin – continua Pinton – era un professionista di fama mondiale, uomo di cultura e persona di grande energia. Un artigiano appassionato che il nostro Ateneo si onora di avere fra i suoi laureati honoris causa».
Quattro anni or sono, nel luglio del 2017, l’Università di Udine aveva infatti attribuito al maestro organaro di Codroipo la laurea magistrale honoris causa in Storia dell’arte e Conservazione dei beni storici-artistici.
«Fu un atto di riconoscimento – ricorda Pinton – per una straordinaria e lunga carriera dedicata all’organaria. Erede di una tradizione famigliare di ben quattro generazioni di costruttori di organi, Gustavo Zanin, grazie alla sua grande attitudine alla sperimentazione, ha saputo traghettare fino ad oggi, assieme alle due generazioni successive, un autentico capolavoro imprenditoriale al servizio dell’arte».
Le parole di Graziano Tilatti
«Oggi perdiamo un uomo di cultura, un grande artigiano e un maestro. Con Gustavo Zanin se ne va un pezzo della storia di Confartigianato-Imprese Udine e di ognuno di noi, perché quest’uomo non è stato solo un grande artigiano, è stato anche un padre». Il presidente di Confartigianato-Imprese Udine, Graziano Tilatti, ricorda così Gustavo Zanin. La sua scomparsa ha piegato la grande famiglia degli artigiani friulani nel lutto. «Sapeva ascoltarci, consigliarci con la giusta motivazione, con la verve e la saggezza che solo un uomo della sua levatura poteva avere» ha aggiunto Tilatti ricordando tra l’altro che nel 2017, il maestro Zanin aveva fatto dono al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, di una canna d’organo corrispondente alla nota musicale Fa, simbolo del fare friulano, un omaggio “alle genti che già hanno fatto molto – aveva detto Zanin -, che sanno fare bene e che ancora meglio faranno“. «Parole che portiamo nel cuore – conclude Tilatti – così come il privilegio che tutti noi abbiamo avuto di fare un pezzo di strada insieme a lui».