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Cronaca

Alterazione dell’olfatto e del gusto nei pazienti Covid: ambulatorio dedicato a Cattinara

La malattia da coronavirus2019 (COVID-19), causata dal Severe Acute Respiratory Syndrome virus 2 (SARS-CoV-2), si è diffusa in maniera pandemica da ormai più di un anno e ha già contagiato oltre 4 milioni di italiani. Può manifestarsi in maniera eterogenea, variando dall’asintomaticità, a quadri lievi con sintomi come febbre, stanchezza, tosse secca, disturbi del gusto e dell’olfatto, fino ad arrivare a situazioni più importanti con problematiche respiratorie anche gravi come la sindrome da distress respiratorio acuto.

Uno dei sintomi maggiormente frequenti all’esordio, che colpisce circa 2 pazienti su 3, è rappresentato dalla comparsa improvvisa di alterazioni dell’olfatto e del gusto. Inoltre tali sintomi sono tra i più persistenti permanendo in circa il 20% dei casi a distanza di un anno dalla malattia.
Tali sensi sono importanti per la nostra relazione con l’ambiente circostante e loro alterazioni possono rendere difficilmente identificabili odori e sapori che comunemente riconosciamo. Questi rendono gradevoli le pietanze che gustiamo, evocano ricordi associati a odori percepiti in determinate circostanze, ma sono importanti anche per riconoscere situazioni di pericolo come di fronte a cibi avariati, sostanze tossiche, o fughe di gas.

A tutt’oggi non si è ancora raggiunta un’unanimità sulla spiegazione dei sintomi che in gergo tecnico vengono chiamati anosmia (perdita dell’olfatto), iposmia (diminuzione dell’olfatto), ageusia (perdita del gusto) e ipogeusia (diminuzione del gusto). A essere coinvolto è molto probabilmente il neuroepitelio che riveste parte delle cavità nasali: qui si trovano i neuroni sensitivi olfattivi circondati da cellule di supporto. Quest’ultime esprimono sulla loro superficie livelli molto alti del recettore ACE2 necessario affinché il virus possa infettare le cellule. Venendo meno il loro ruolo protettivo, anche i neuroni sensitivi olfattivi subiscono un danno indiretto. Tuttavia, proprio perché sono a contatto con l’esterno e possono danneggiarsi, questi sono gli unici neuroni dell’organismo che, grazie alla presenza di cellule staminali, sono capaci di rigenerarsi. Pertanto nella maggior parte dei casi spontaneamente o mediante terapie mediche e riabilitative il senso dell’olfatto può essere recuperato.

Data la grande diffusione della COVID-19, attualmente migliaia di persone che sono state contagiate lamentano alterazioni dell’olfatto e del gusto. Oltre alla diminuzione o assenza della percezione olfattiva e gustativa, i pazienti colpiti lamentano spesso parosmia (percezione distorta e sgradevole di odori precedentemente familiari) e fantosmia (presenza di una percezione olfattiva in assenza di odori nell’ambiente). Tutto ciò si traduce sia in una compromissione della qualità di vita, in un cambiamento delle abitudini alimentari e in un senso di frustrazione in quanto il paziente spesso fatica ad essere pienamente compreso.

Un ambulatorio dedicato a Cattinara

Presso la Clinica Otorinolaringoiatrica dell’Università di Trieste, diretta dal Prof. Giancarlo Tirelli, è
stato istituito da circa 6 mesi un ambulatorio dedicato per i disturbi dell’olfatto e del gusto per i
pazienti con pregressa infezione da SARS-CoV-2. Presso tale ambulatorio i pazienti vengono
sottoposti ad una accurata raccolta dei dati clinici e anamnestici, a questionari strutturati per
caratterizzare il sintomo e le sue ripercussioni sulla qualità di vita, sono sottoposti ad esplorazione
delle fosse nasali e della fessura olfattoria con fibre ottiche ed eseguono una serie di test
psicofisici volti a misurare obiettivamente il senso dell’olfatto e del gusto e a quantificare a
caratterizzare l’eventuale loro alterazione.

Al termine della valutazione al paziente viene suggerito un percorso terapeutico che si basa sul
training olfattorio: il paziente si espone quotidianamente a delle fragranze che comprendono le
categorie del floreale, fruttato, speziato e resinoso. Tale trattamento è quello che si è dimostrato il
più efficace nel recuperare il senso dell’olfatto perso a seguito di infezioni virali e i primi risultati in
una serie di pazienti con pregressa COVID-19 sono davvero incoraggianti: a distanza di 3 mesi
abbiamo osservato un miglioramento significativo degli score ottenuti mediante i test-olfattometrici.
Attualmente siamo inoltre impegnati con altri centri italiani nello stilare un protocollo di riabilitazione
personalizzato.

Si accede all’ambulatorio mediante prescrizione di visita specialistica ORL del proprio medico
curante e prenotazione tramite CUP. Il progetto si colloca nell’ambito della complessa gestione dei
pazienti guariti dal COVID-19 ma che presentano sequele importanti sulla qualità della vita in una
cospicua fascia della popolazione.

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