Nella giornata di giovedì 18 maggio, la Polizia di Stato ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare applicativa degli arresti domiciliari emessa dal GIP di Trieste nei confronti di S.M., cittadino italiano del ‘99, ritenuto responsabile del reato di stalking in danno della ex compagna.
I fatti risalgono alla fine del 2022, quando la giovane donna, madre di un bambino ancora in tenera età, decideva di interrompere il proprio rapporto sentimentale con S.M., a seguito dei continui litigi che nascevano tra i due, soprattutto derivati dalla incessante richiesta di denaro da parte dell’uomo per l’acquisto di sostanze stupefacenti. Nel corso di quelle discussioni, spesso passate alle vie di fatte, l’uomo, adirato dalla mancata cessione del denaro, distruggeva diversi suppellettili presenti in casa, sputava addosso alla donna, la strattonava, la offendeva, le proferiva frasi minacciose e imputava tali discussioni ad un suo stato depressivo.
La persona offesa, stanca delle continue vessazioni subite e dal fatto di aver dovuto anche abbandonare le proprie amicizie per volontà del compagno, decideva dunque di interrompere la relazione sentimentale. Questa scelta determinava una reazione scatenante dell’uomo, il quale cominciava a cercarla incessantemente e a telefonarle senza soluzione di continuità, fino a costringerla a bloccare il suo contatto telefonico. Nonostante ciò, S.M. provava ugualmente a contattarla, anche durante le ore notturne, utilizzando numerazioni private o intestaste ad altre persone.
In alcune occasioni, lo stalker, non accettando i continui rifiuti, attendeva la donna fuori dal luogo di lavoro o sotto casa; in altre circostanze, incurante delle scelte della ex compagna, si dirigeva sotto l’abitazione di quest’ultima e iniziava a suonare ininterrottamente al citofono del condominio o addirittura a battere con i pugni alla porta dell’appartamento.
Le reiterate condotte moleste e persecutorie, nonché le frasi minacciose, gli sputi e le ingiurie subite, creavano nella giovane donna un concreto stato di paura e di ansia, nonché la necessità di dover cambiare le proprie abitudini di vita per cercare di evitare in qualsiasi modo un contatto con l’ex compagno. Per tali motivi, stanca di dover subire una situazione invivibile, la persona offesa decideva sporgere formale querela nei confronti di S.M.
Le attività investigative svolte dal Commissariato San Sabba hanno dapprima permesso al PM titolare del fascicolo d’indagine di emettere un decreto di perquisizione personale e domiciliare a carico dell’uomo per rinvenire e restituire alla donna il telefono cellulare indebitamente sottratto da S.M. e, successivamente, di ottenere dal GIP di Trieste, su richiesta della locale Procura della Repubblica, l’ordinanza applicativa degli arresti domiciliari nei confronti dell’uomo.