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Cronaca

Dopo il Giro d’Italia, chiusa la strada che conduce al Monte Lussari

A meno di una settimana dal passaggio del Giro d’Italia gli appassionati desiderosi di mettersi alla prova salendo lungo i 7 chilometri che conducono al Monte Lussari si sono trovati davanti una vistosa transenna che interdice l’accesso alla strada.

La decisione della chiusura al transito anche per le biciclette della strada che origina dalla Val Saisera è stata presa ieri, mercoledì 31 maggio, dai Carabinieri forestali di Tarvisio, con il comandante del reparto biodiversità, Cristiano Manni, che ha firmato un’ordinanza in qualità di amministratore della foresta di Tarvisio, che è proprietà del Fec, il Fondo edifici per il culto, nella quale si fa riferimento al fatto che “la strada che dalla Val Saisera conduce al monte Lussari non è soggetta a pubblico transito e non è gravata da servitù di passaggio”.

Ingenti gli sforzi regionali per la messa in sicurezza del percoso, con l’obiettivo di incentivare le presenze di cicloturisti: “Un atteggiamento inaccettabile – ha affermato il vicepresidente del consiglio regionale, il tarvisiano Stefano Mazzolini; condivisibile quanto al transito di mezzi a motore, ma assurdo quanto al transito di biclette per il quale sono già a decine i turisti che oltre alla ciclovia Alpe Adria raggiungono l’imbocco della strada verso il Lussari”.

Anche Maurizio Lattisi, presidente della Vicinia di Camporosso, realtà proprietaria della parte più a monte della strada auspica per lo meno la possibilità di regolarizzare il transito delle biciclette, mentre Mazzolini, così come i sindaci di Tarvisio, Renezo Zaenette, e di Malborghetto Valbruna, Boris Preschern, confidano nella convocazione in tempi rapidi di un tavolo con il Prefetto per chiarire la vicenda.

L’idea di far utilizzare la via per la risalita al monte Lussari solo per i ciclisti, indirizzandoli alla telecabina per la discesa, non trova davvero nessuno a favore tanto che in valle già si parla di lanciare una petizione contro l’ordinanza di chiusura.

La necessità di un pronto intervento della Regione è stata evidenziata anche dal consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Stefano Balloch: “Ho già interessato l’Assessore Amirante suggerendo che in questa fase transitoria possa essere Fvg strade o un altro soggetto determinato dalla Regione ad occuparsi della gestione, manutenzione, sicurezza di quel tratto nella logica che la strada possa essere fruibile nel miglior modo possibile e costituire una attrattiva per il territorio e per tutto il Friuli Venezia Giulia”.

Il rischio, però, come già avvenuto per le sponde del lago del Predil, è che la rigidità degli amministratori del Fec possa vanificare le prospettive turistiche della Valcanale, inficiando pure il sostanzioso investimento pubblico per la messa in sicurezza della strada verso il Lussari.

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