Scalando tre posizioni rispetto al 2022, l’Università degli studi di Udine conquista il secondo gradino del podio nella classifica degli atenei italiani di medie dimensioni, ovvero tra i 10 e 20 mila iscritti. A dirlo è l’indagine promossa dal Censis, il Centro Studi Investimenti Sociali che annualmente mette sotto la lente la qualità della formazione universitaria e delle sue strutture. L’ateneo friulano si è inserito nel testa a testa che da anni, tra i medi atenei statali, vede contendersi la vetta del podio Trento e Siena. Quest’anno è l’università più a nord a riscavalcare la toscana e conquistare il vertice. Seconda si piazza a sorpresa Udine, che guadagna tre posizioni (era quinta) sopravanza appunto su Siena ma soprattutto anche su Trieste lo scorso anno al quarto posto. Nelle altre graduatorie, nel ranking dei mega atenei, quelli con più di 40mila iscritti, l’Alma Mater di Bologna non molla la prima posizione da 14 anni, seguita sempre dall’università di Padova e dalla Sapienza di Roma. In quarta posizione resta stabile Pisa mentre la Statale di Milano scavalca Firenze al quinto posto. Non cambia il podio dei grandi atenei, quelli tra 20mila e 40mila studenti: oro sempre a Pavia, argento a Perugia e bronzo alla Calabria. Dopo Venezia Ca’ Foscari, quarta, avanza di due posizioni rispetto allo scorso anno l’università di Parma. La speciale classifica dei Politecnici vede in prima linea ancora una volta Milano. Mentre tra i privati sono, nelle rispettive categorie, la Bocconi, la Luiss e l’università di Bolzano a primeggiare. Tra i mini, si fa per dire, atenei da 10mila iscritti in giù, Camerino mantiene sempre la guida, seguita stavolta dall’università della Tuscia che scala tre posizioni, terza è l’università delle Marche. Tra gli aspetti più interessanti del report Censis c’è quello che riguarda un disallineamento sintomatico tra i due principali dati: le matricole aumentano, ma crescono pure gli iscritti che mollano gli studi dopo il primo anno. Spia che le università attirano (di nuovo) eppure non trattengono. I dati dell’anno accademico che va a chiudersi con la sessione estiva non sono consolidati ma, confrontati con quelli paragonabili del 2021, dicono +2,2%: 7.152 neoiscritti in più. Il secondo aspetto incoraggiante è che a crescere sono anche gli immatricolati stranieri: +3,5%. Quanto alle scelte curricolari sono i corsi di laurea dell’area economica, giuridica e sociale ad attrarre le matricole (+4,5%), seguiti dai corsi dell’area sanitaria e agro-veterinaria (+2,2%) e dalle discipline Stem (+1,1%).