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Cronaca

Riciclaggio, aumentano i casi in Fvg: Trieste e Udine più a rischio

Nel 2022 il numero di operazioni sospette (SOS) pervenute all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF) dal Friuli Venezia Giulia (FVG) ha raggiunto le 2.426 segnalazioni (203,1 ogni 100mila abitanti). Livello record mai toccato in passato. La quasi totalità del flusso è riconducibile all’ ipotesi di riciclaggio e nel 80 per cento circa dei casi sono giunte dalle banche, dalle Poste e dagli intermediari finanziari (IMEL, SIM, assicurazioni, fiduciarie, etc.). Rispetto al 2021 la crescita delle comunicazioni “arrivate” dalla regione più a est del Paese è stata del 7,2 per cento. A livello provinciale preoccupa, in particolar modo, la situazione di Trieste.

A dirlo è l’Ufficio studi della CGIA che lancia l’allarme: il pericolo che la criminalità economica stia incuneandosi nel nostro mondo produttivo è sempre più elevato. Non solo. Se la combinazione tra l’aumento dei tassi di interesse e la diminuzione dei prestiti bancari alle Pmi verificatosi in questo ultimo anno dovesse continuare, non è da escludere che il numero delle imprese a rischio infiltrazione mafiosa sia destinato a crescere ulteriormente. 

Oltre a banche e Poste e intermediari finanziari, per legge anche i liberi professionisti (notai, commercialisti, avvocati, revisori dei conti, etc.), gli operatori non finanziari, i prestatori di servizi di gioco (case da gioco, operatori gioco on line e su sede fissa, etc.) e la Pubblica Amministrazione hanno l’obbligo di segnalare alla UIF ipotesi di riciclaggio o di finanziamento del terrorismo sospetti. Una volta valutati gli alert acquisiti, gli stessi vengono trasmessi al Nucleo Speciale Polizia Valutaria della Guardia di Finanza (NSPV) e alla Direzione Investigativa Antimafia (DIA) per i successivi accertamenti investigativi. Queste segnalazioni sono inoltre inviate anche all’Autorità Giudiziaria (AG), nel caso emergano notizie di reato ovvero su richiesta della stessa AG. 

  • Meno intimidazioni più acquisizioni

Negli ultimi 10 anni, le segnalazioni alla UIF arrivate dal FVG sono aumentate del 174 per cento. Se nel 2012 erano 885, nel 2022, come abbiamo riportato più sopra, hanno raggiunto la quota record di 2.426. Insomma, questa esplosione delle comunicazioni ci evidenzia che i gruppi criminali sentono sempre più la necessità di reinvestire i proventi delle loro attività nell’economia legale, anche per consolidare il proprio consenso sociale. E a seguito della crisi pandemica, le mafie hanno cambiato strategia nell’ “avvicinarsi” al mondo delle imprese. Sono meno propense a usare metodi violenti, come le intimidazioni o le estorsioni, per contro privilegiano un approccio più “commerciale”, attraverso il finanziamento e/o l’acquisizione della proprietà delle aziende, sfruttandone la vulnerabilità economico finanziaria di queste ultime. In altre parole, le mafie si offrono sempre più spesso come vere e proprie agenzie di servizi alle imprese (forniture materiali, consulenze amministrative/fiscali, manodopera, etc.). Così facendo cominciano ad infiltrarsi e non da ultimo hanno la possibilità di reinvestire i proventi delle ricchezze illecitamente accumulate.

  • Trieste e Udine le più a rischio 

A livello regionale il Lazio (336,9 segnalazioni ogni 100mia abitanti), la Campania (325,5) e la Lombardia (278,1) sono le realtà che nel 2022 hanno fatto pervenire il più alto numero di segnalazioni. Il FVG è al 15° posto nella graduatoria nazionale (vedi Tab. 1). Su base provinciale, invece, le situazioni più a rischio si sono verificate a Milano (472,9 segnalazioni ogni 100mila abitanti), Roma (404,8), Prato (388,2), Napoli (386,9), Crotone (371,7), Siena (366), Imperia (335,5), Trieste (328,6), Caserta (303,4) e Bolzano (298,7). In linea generale possiamo affermare che tra le realtà più a rischio scorgiamo le province di confine. Non a caso Trieste (che vanta anche un porto commerciale/industriale importante) e Udine (183,4 segnalazioni ogni 100 mila abitanti) sono le due province del FVG più a rischio. Meno interessate, invece, sono le altre due: Gorizia (175,5) e Pordenone (155,4). Anche la variazione delle segnalazioni sul 2021 mette in luce la criticità di Udine e Trieste. Se nel primo caso è aumentata del 10,6 per cento, nel secondo dell’8,6 per cento 

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